
«Fare la storia», Convegno Nazionale Vocazioni 2022
Dal 3 al 5 gennaio si è svolto il Convegno Nazionale Vocazioni. In un articolo ricco di spunti sr Maria Di Caro e sr Rosanna Zammataro raccontano l’esperienza.
Dal 3 al 5 gennaio si è svolto il Convegno Nazionale Vocazioni. In un articolo ricco di spunti sr Maria Di Caro e sr Rosanna Zammataro raccontano l’esperienza.
Dopo mesi in cui siamo stati costretti a “viverci” dietro uno schermo, la pandemia non è riuscita a impedire – nelle giornate dal 5 al
Quando, infatti, pensiamo a questo periodo, non possiamo fare a meno di pensare alle luci che riempiono le nostre piazze e le vetrine dei negozi
“ Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia
Come i Magi, anche noi in cammino. I Magi venivano da Oriente, un lungo viaggio intrapreso da questi sapienti ricercatori, che rimanda al grande viaggio
Oggi iniziamo la tradizionale novena di Natale. Desideriamo insieme:
Il nostro Dio è unico, meraviglioso, fa un viaggio al contrario, viene Lui incontro ad ogni uomo, sperimenta la bellezza e la fatica di cosa significa essere uomo. Si abbassa, si fa piccolo bambino bisognoso di tutto. Assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso autentico della vita. (cfr. Papa Francesco – Admirabile signum)
Ant. alla Comunione:
Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace:
la tua presenza ci riempirà di gioia. (cf. Sal 106,4-5; Is 38,3)
Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui.
Ant. alla Comunione:
Ecco, viene l’atteso da tutti i popoli,
la casa del Signore sarà piena di gloria. (cf. Ag 2,8)
Il Creatore dell’universo, si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, già misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di più vedendo che Colui che è nato da Maria è la fonte e il sostegno di ogni vita. In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato.
Ant. alla Comunione:
Gli sarà dato il nome di Emmanuele,
che significa Dio con noi. (Mt 1,23)
Il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi.
Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.
Ant. alla Comunione:
Verrà a visitarci dall’alto
un sole che sorge, Cristo Signore,
per dirigere i nostri passi sulla via della pace. (Lc 1,78-79)
Quanta emozione dovrebbe accompagnarci mentre collochiamo nel presepe le montagne, i ruscelli, le pecore e i pastori! In questo modo ricordiamo, come avevano preannunciato i profeti, che tutto il creato partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta e adorare il Signore.
Ant. alla Comunione:
L’angelo disse a Maria:
“Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio
e gli porrai nome Gesù”. (Lc 1,31)
Poco alla volta il presepe ci conduce alla grotta, dove troviamo le statuine di Maria e di Giuseppe. Maria è una mamma che contempla il suo bambino e lo mostra a quanti vengono a visitarlo. La sua statuetta fa pensare al grande mistero che ha coinvolto questa ragazza quando Dio ha bussato alla porta del suo cuore immacolato. All’annuncio dell’angelo che le chiedeva di diventare la madre di Dio, Maria rispose con obbedienza piena e totale. Le sue parole: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38), sono per tutti noi la testimonianza di come abbandonarsi nella fede alla volontà di Dio. Con quel “sì” Maria diventava madre del Figlio di Dio senza perdere, anzi consacrando grazie a Lui, la sua verginità. Vediamo in lei la Madre di Dio che non tiene il suo Figlio solo per sé, ma a tutti chiede di obbedire alla sua parola e metterla in pratica (cfr Gv 2,5).
Ant. alla Comunione:
Beata sei tu, Vergine Maria,
perché hai creduto
al compimento delle parole del Signore. (cf. Lc 1,45)
Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. Naturalmente, i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell’Avvenimento; tuttavia, la sua rappresentazione nel presepe aiuta ad immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell’evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali.
In modo particolare, fin dall’origine francescana il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi (cfr Mt 25,31-46).
Ant. alla Comunione:
“Giuseppe, non temere:
Maria partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù.
Egli salverà il suo popolo”. (Mt 1,20.21)
Accanto a Maria, in atteggiamento di proteggere il Bambino e la sua mamma, c’è San Giuseppe. In genere è raffigurato con il bastone in mano, e a volte anche mentre regge una lampada. San Giuseppe svolge un ruolo molto importante nella vita di Gesù e di Maria. Lui è il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia. Quando Dio lo avvertirà della minaccia di Erode, non esiterà a mettersi in viaggio ed emigrare in Egitto (cfr Mt 2,13-15). E, una volta passato il pericolo, riporterà la famiglia a Nazareth, dove sarà il primo educatore di Gesù fanciullo e adolescente. Giuseppe portava nel cuore il grande mistero che avvolgeva Gesù e Maria sua sposa, e da uomo giusto si è sempre affidato alla volontà di Dio e l’ha messa in pratica.
Ant. alla Comunione:
“Ecco, sto alla porta e busso”, dice il Signore.
“Se uno ascolta la mia voce e mi apre,
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. (Ap 3,20)
Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza: Chi sono io? Da dove vengo? Perché sono nato in questo tempo? Perché amo? Perché soffro? Perché morirò? Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si è fatto uomo. La sua vicinanza porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr Lc 1,79).
Ant. alla Comunione:
Benedetto il Signore, Dio di Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo. (Lc 1,68)
L’Evangelista Luca dice semplicemente che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (2,7). Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe.
Entrando in questo mondo, il Figlio di Dio trova posto dove gli animali vanno a mangiare. Il fieno diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerà come «il pane disceso dal cielo» (Gv 6,41). Una simbologia che già Sant’Agostino, insieme ad altri Padri, aveva colto quando scriveva: «Adagiato in una mangiatoia, divenne nostro cibo» (Serm. 189,4). In realtà, il presepe contiene diversi misteri della vita di Gesù e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana.
Il cuore del presepe comincia a palpitare quando, a Natale, vi deponiamo la statuina di Gesù Bambino. Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque.
La nascita di un bambino suscita gioia e stupore, perché pone dinanzi al grande mistero della vita. Vedendo brillare gli occhi dei giovani sposi davanti al loro figlio appena nato, comprendiamo i sentimenti di Maria e Giuseppe che, guardando il bambino Gesù, percepivano la presenza di Dio nella loro vita.
se in ogni persona che incontriamo scorgiamo il punto accessibile al bene
se trascorriamo il nostro tempo tra impegni, occupazioni, lavoro e servizio agli altri
se durante la nostra giornata sappiamo che Lui, il Signore della vita è con noi e dedichiamo del tempo al dialogo con lui nella preghiera personale e della Chiesa
se la gioia di aver incontrato il Signore non la soffochiamo dentro di noi ma la testimoniamo e con umiltà l’annunciamo
se ci impegniamo nel nostro quartiere, nella nostra città, nel nostro territorio, nel nostro paese a lottare contro le ingiustizie, a costruire una società più solidale, più fraterna, più autentica
Buon Natale!!!
Siamo una congregazione religiosa fondata da Don Bosco e Madre Mazzarello per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani.
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Figlie di Maria Ausiliatrice – Sicilia
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