Come i Magi, anche noi in cammino.
L’Adorazione dei Magi di Giotto
I Magi venivano da Oriente, un lungo viaggio intrapreso da questi sapienti ricercatori, che rimanda al grande viaggio della nostra vita, alla ricerca del Messia, ma anche di noi stessi, un viaggio lungo ma necessario per dare un senso alla propria esistenza. È una stella la guida dei magi, fin dal suo sorgere. Forse in pochi avevano alzato lo sguardo al cielo, ma i Magi la vedono! E noi? Sappiamo ancora alzare lo sguardo al cielo? Sappiamo sognare, desiderare Dio, attendere la sua novità? I Magi hanno intuito che, per vivere davvero, serve una meta alta e perciò bisogna tenere alto lo sguardo. Mentre i magi ricercano con impegno la luce, i giudei, in possesso delle Scritture, sanno tutto (“Il Messia, il re dei Giudei deve nascere a Betlemme” – Mic 5,1). Una sola differenza: i giudei non si muovono. Non basta sapere le cose, avere apparizioni, fare novene o coroncine se non camminiamo verso il Signore. Sanno, ma non fanno un passo verso Betlemme. Può essere la tentazione di chi è credente da tempo: si disquisisce di fede, come di qualcosa che si sa già, ma non ci si mette in gioco personalmente per il Signore. Si parla, ma non si prega; ci si lamenta, ma non si fa il bene. I Magi, invece, parlano poco e camminano molto. Pur ignari delle verità di fede, sono desiderosi e in cammino. Camminare è essenziale per trovare Gesù. Gesù si lascia trovare da chi lo cerca, ma per cercarlo bisogna muoversi, uscire. Non aspettare, rischiare! Non stare fermi, avanzare! Occorre accettare l’eventualità che la stella, la luce del Signore, in certi tratti della nostra vita (malattie, incidenti, disgrazie, prove varie) sembri scomparire, a noi spetta fare come i Magi: continuare il cammino chiedendo informazioni. A volte occorre l’umiltà di chiedere a persone non perfette, forse più peccatori di noi (forse!), ma come i magi in quest’umiltà ricevono giuste indicazioni (è nato a Betlemme!), così può essere la nostra vita. Tutti, anche la persona più povera, può darci le giuste indicazioni per trovare il Messia. Cercare la stella, la luce di Dio, ma allo stesso tempo essere piccole stelle (della luce di Dio) per i fratelli! L’adorazione di Gesù è lo scopo del viaggio, il fine di tutta la nostra vita. Il viaggio è lungo, faticoso, fatto di pericoli e cadute, ma tutto si deve concludere con l’adorazione, il prostrarsi davanti a Gesù e riconoscerlo vero Dio e vero uomo, unico salvatore del mondo, unico riposo dei nostri cuori (“Ci hai fatti per te Signore – diceva S. Agostino – e il nostro cuore è inquieto, fintanto che non riposa in te”). I tre doni possono rappresentare anche tutta la nostra vita da offrire a Gesù: le gioie (l’oro), la preghiera (l’incenso), le sofferenze (la mirra), tutto deve essere portato davanti a Lui. Il grande viaggio della nostra vita termina con l’adorazione di Gesù e la consegna di tutto noi stessi.
Alziamo lo sguardo, mettiamoci in cammino e prostriamoci davanti al piccolo Dio, allora dimorerà nella nostra vita!