di Maria Di Caro e Rosanna Zammataro
Dal 3 al 5 Gennaio si è tenuto l’ormai consueto appuntamento del Convegno Nazionale Vocazioni organizzato dall’Ufficio Nazionale Vocazioni – CEI; per il perdurare della situazione pandemica anche quest’anno il Convegno si è svolto in modalità on-line.
Il tema “Fare la storia” prende spunto dall’Enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti (FT116) e si pone come ultimo passo di un itinerario triennale che ha visto, quest’anno, concentrare la riflessione sulla vocazione come responsabilità.
La ricerca e il discernimento vocazionale richiedono un’abilità a rispondere che presuppone il coinvolgimento della libertà di ciascuno e di tutto il proprio essere nella consapevolezza che la vocazione non è “solo mia” ma si compie insieme ad altri e per gli altri in un continuo dinamismo di ascolto dello Spirito Santo che deve avere come esito un’attuazione e un compimento dell’invito originalissimo che il Signore fa a ciascuno, perché la vita sia spesa per amore di qualcuno, in una comunità, al servizio.
Tantissimi i religiosi, i laici, le famiglie, i consacrati che hanno partecipato al Convegno e che si sono immersi, come noi, in una trama di esperienze, suggestioni, riflessioni dense di contenuti significativi e utili per il cammino di sequela al servizio delle persone che il Signore ci dona di incontrare.
Gli interventi dei relatori sono stati accompagnati da vari materiali utili all’approfondimento e dalla possibilità di interagire attraverso la compilazione di moduli google o ponendo domande in assemblea attraverso la piattaforma zoom.
I vari momenti sono stati caratterizzati da uno spirito di comunione e partecipazione che non era scontato, tenendo conto della modalità online. Grazie ai momenti di silenzio e riflessione personale tra le varie relazioni e ai materiali messi a disposizione, si ha avuto una partecipazione viva e attiva e non un semplice momento di ascolto dietro un monitor. Questo bel clima ha trovato espressione anche nella veglia di preghiera di martedì sera che è stata arricchita da testimonianze di vita e vocazione che non hanno lasciato indifferenti chi ascoltava.
I lavori sono iniziati con l’introduzione di don Michele Gianola, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana e si sono sviluppati, nel corso dei tre giorni, a partire da contributi e riflessioni proposte da autorevoli e appassionati relatori secondo la seguente scansione:
- La storia possibile, Paolo Bizzetti
- Discernimento in comunità, Giovanni Grandi
- Vocazione e percorsi di libertà, S.E. mons. Paolo Martinelli
- A sua immagine e somiglianza, p. Franco Annicchiarico
- Dal fare la storia al farsi storia, Chiara Scardicchio
- Costruire la città, S.Em. card. Gualtiero Bassetti
Fare storia è l’invito ad essere protagonisti delle proprie scelte, condizione fondamentale è porsi in un atteggiamento di ascolto, essere capaci di abitare il silenzio, di lasciarsi incontrare in profondità dal Signore che ama e chiama, in un atteggiamento di fiducia nello Spirito Santo che opera in noi, nella storia, nelle persone che incontriamo.
La vocazione è una prospettiva totalizzante di senso in cui trovano significato tutte le cose che facciamo. Pensare alle vocazioni particolari, ai diversi stati di vita e pensare che siamo stati prima di tutto chiamati alla vita, ad esistere, permette di collocarsi davanti ad un Dio che interpella la libertà di ciascuno, che propone e non si impone, una libertà che si compie nel momento in cui ciascuno è capace di aderire a questo invito e di rischiare.
Senza libertà dunque non può esserci vocazione ed è necessario che dall’incontro con Dio scaturiscano scelte e azioni che rispondano concretamente ai bisogni della realtà in cui siamo immersi e delle persone che ci circondano.
Il Dio della vita infatti chiama ad essere e ad essere con gli altri e per gli altri, ad essere partecipi della sua creazione che mai si arresta e che richiede anche la nostra attiva partecipazione.
Fare la storia è liberarsi dalla tentazione della fretta, del perfezionismo, del produrre fine a se stesso ed essere capaci di stare al cospetto delle nostre fatiche e cadute in un continuo esercizio di presenza a noi stessi, a Dio, all’altro.
Non si può pensare che Dio, che ci vuole liberi e vivi, abbia predisposto tutto fin dall’eternità facendo di noi semplici spettatori di un copione già scritto. Il nostro compito è “fare la nostra storia”, essere protagonisti della vita nel quotidiano, assumerci la responsabilità di vivere. Solo così facendo possiamo rispondere alla chiamata e concretizzare la nostra vocazione, assumendo il dono che ci è stato dato con responsabilità.
Fare la storia non è “misurarci” e pensare che Dio ci valuti per il nostro “fare”; fare la storia significa pensare che siamo chiamati a co-creare, a partecipare al progetto che scaturisce dall’Incarnazione. Fare non per produrre servizi ma per offrire, per essere fecondi, con apertura e creatività, senza avere la presunzione di conoscere già la strada da percorrere ma con l’umiltà di cercarla ogni giorno senza la fretta del volere tutto e subito, nell’immediato, di rispondere instantaneamente così come il mondo dei social ci abitua a fare ma curando la capacità di stare, di darsi del tempo per fermarsi, per pensare e per abitare tutto ciò che avviene, per permettere allo Spirito di agire e non lasciarsi travolgere.
Anche le relazioni, se vissute in questa prospettiva, diventano il luogo in cui sperimentare l’attesa, senza la pretesa di volere l’altro a nostra immagine e somiglianza.
Partecipare a questo convegno è stata un’opportunità arricchente che risponde all’esigenza che come Figlie di Maria Ausiliatrice sentiamo forte e necessaria: permanere in uno stato di continua formazione e di ricerca, alla luce della Parola, per camminare con i giovani che ci vengono affidati e con cui condividiamo la strada e accompagnare come compagne di viaggio i desideri di bene che abitano i cuori.
Il tempo di Natale che stiamo vivendo ci aiuta a comprendere come Dio che ha voluto entrare nella storia e nella nostra storia personale ci chiede di farci interpreti del patrimonio che lo Spirito ci dona. Solo così possiamo FARE STORIA con Lui e insieme ai fratelli.
Concludiamo e invitiamo a pregare con la Preghiera per la 59a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che apriva ogni incontro del Convegno:
Signore,
Dio del tempo e della storia,
Dio della vita e della bellezza,
Dio del sogno e della realtà,
ascoltaci, ti preghiamo:
insegnaci a tessere e intrecciare
trame e ricami d’amore,
profondi e veri
con te e per te,
con gli altri e per gli altri;
immergici nell’operosità delle tue mani,
nella creatività dei tuoi pensieri,
nell’arte amorosa del tuo cuore
perché ogni vita annunci bellezza
e ogni bellezza parli di te
Regalaci il coraggio dell’inquietudine,
l’intrepido passo dei sognatori,
la felice concretezza dei piccoli
perché riconoscendo nella storia
la tua chiamata
viviamo con letizia
la nostra vocazione.
Amen.
Al link https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/categorie/convegno/2022/ è possibile rivedere i contributi dei relatori e visionare i materiali per gli approfondimenti.
Sul sito delle Suore Apostoline https://apostoline.it/ si possono trovare testi consigliati per approfondire ulteriormente l’argomento.