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CampoLab: “Amati e Chiamati”

Dopo mesi in cui siamo stati costretti a “viverci” dietro uno schermo, la pandemia non è riuscita a impedire – nelle giornate dal 5 al 7 agosto 2021 – la realizzazione del CampoLab: un’occasione di confronto e crescita personale attraverso l’ascolto della Parola, della nostra interiorità e di tutte coloro con cui è stata condivisa questa esperienza. Il CampoLab ha riunito le suore giovani dell’Ispettoria siciliana e tredici ragazze provenienti da diverse realtà della Sicilia salesiana: Messina, Alì Terme, Catania, Pedara, Mazzarino e Pozzallo.

L’anno pastorale che sta per iniziare si trova al centro del triennio dedicato al sogno dei 9 anni di Giovannino Bosco, ed è stata proprio la proposta Amati e Chiamati: «Renditi umile, forte e robusto» #MAKEtheDream il punto di partenza del campo, per prepararci alle attività educative che ci attendono nei prossimi mesi, ognuna nelle rispettive realtà: comunità educante, oratorio, scuola, centro giovanile. Mentre nella scorsa stagione siamo stati chiamati a fare un «bagno» nella realtà, nel cuore del mondo, in questo nuovo anno il focus del sogno dei 9 anni si sposta sulla formazione della personalità di Giovannino, perché possa plasmarsi come Pastore dei giovani, pronto al servizio e al cambiamento, con umiltà, resistenza e forza d’animo.

Con tanta voglia di stare insieme e nel totale rispetto delle normative anti-covid, il 5 agosto ha avuto inizio il CampoLab. In pieno stile salesiano, si è dato il via a questa esperienza attraverso un momento di preghiera, festa, occasione di nuove conoscenze: l’emissione dei voti perpetui di sr Giusy Campanella, nella cappella Maria Ausiliatrice della sede ispettoriale di Catania! Dopo aver pranzato insieme, la meta successiva è stata Colle San Rizzo dove, immerse nella natura e abbracciate la sera da un cielo stellato, ognuna ha lasciato una parte di sé, dei propri pensieri e delle proprie riflessioni.

Le ragazze del CampoLab non sono state “chiamate” solo a momenti di riflessione e preghiera, ma anche di fraternità e gioco. Ogni istante è stato pensato e studiato nei minimi dettagli, lanciando un messaggio formativo e costruttivo. Le giovani hanno letteralmente messo le mani in pasta in diverse attività, lasciandosi trasportare dall’euforia e dalla gioia dello stare insieme. Si sono cimentate in cucina e al momento dei pasti, dove ciascuna aveva un determinato compito da portare a termine: mansioni semplici, facili, piccoli gesti fatti con spensieratezza e cura.

Nel corso del campo si sono sperimentati quelli che sono i valori e le parole chiave della proposta formativa di quest’anno:

  • Uniche: per aver compreso, durante i momenti di preghiera e della lectio divina, quanto sia normale essere fragili. Ognuno è un frutto diverso dall’altro, che cresce e diventa maturo sotto lo sguardo di Dio.
  • Chiamate: a vivere questa esperienza come un’opportunità di crescita e riflessione, valorizzando doni e sfaccettature del proprio carattere, e interrogandosi sull’obiettivo e i destinatari della propria vocazione.
  • Responsabili: consapevoli del proprio ruolo di animatrici salesiane che a loro volta mettono a servizio ciò che hanno appreso durante questi giorni intensi.

Dopo lunghi mesi di lockdown a causa del Covid, il Campo Lab è riuscito a riaccendere una scintilla nel cuore di tutte noi, “figlie di sognatori”: come Don Bosco e Madre Mazzarello, che sono riusciti, anche con un solo sguardo, a leggere e scoprire il bene insito nel cuore dei giovani, che non si sono fermati in superficie ma sono riusciti a scavare dentro ogni giovane, aiutando a comprendere il loro vero essere e la propria chiamata: “quando si è si ha”.

Giorno 7, dopo aver salutato Colle San Rizzo, le “giovani sognatrici” si sono dirette ad Alì Terme dove, accolte da Suor Mariella Lo Turco, hanno conosciuto la figura della Beata Maddalena Morano, donna forte, generosa, affabile, intraprendente, che incoraggiava a vivere la santità delle piccole cose di ogni giorno, annunciava Gesù con grande amore e incarnava un’instancabile devozione della Madonna. Una piemontese trapiantata in Sicilia che portò uno spirito di novità, fondando numerose case salesiane con il grande desiderio di aiutare chiunque fosse in difficoltà, sottolineando che “anche cadendo s’impara a camminare”. In questa località speciale, le tredici giovani si sono lasciate guidare da questa figura emblematica, ammirando i luoghi in cui Madre Morano ha vissuto e operato instancabilmente. Il nostro “viaggio” si è concluso con un immancabile bagno a mare e il pranzo condiviso insieme, e tra una risata e l’altra il momento dei saluti, carico di emozioni, è stato accompagnato dalla promessa di rivedersi e sentirsi anche durante l’anno.

Nonostante i suoi numerosi impegni, non è mancata la presenza dell’ispettrice uscente Suor Maria Pisciotta, che ha insistito affinché si realizzasse questo Campo, ribadendo l’importanza della formazione salesiana e augurando a tutte un buon lavoro nelle rispettive comunità, malgrado le difficoltà derivanti dalla pandemia. Tutte le partecipanti hanno messo insieme le loro speranze, sogni, debolezze e durante i momenti di adorazione si sono lasciate trasportare da questa forte emozione di sentirsi Amate da Dio, Colui che lascia sempre liberi di sbagliare, di perdersi per ritrovarsi e tornare a Lui, infinita fonte d’amore, e come diceva Madre Mazzarello: “Ti dirò solo di essere sempre umile, caritatevole con tutte e [di] mantenerti sempre allegra e contenta di tutto, come lo vuole il Signore”. Se una cosa è certa, è che ciascuna torna a casa con una nuova avventura sulle spalle, con diverse consapevolezze nel proprio bagaglio personale, senza mai dimenticare di “camminare con i piedi per terra e con il cuore abitare il cielo”!

Scrivono a nome di tutte le patecipanti

Miriam Anna  D’Aleo

Giuditta Garufi

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