Figlie di Maria Ausiliatrice | Sicilia

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Madre Mazzarello e Don Bosco alla “Porta delle Farfalle”

di Noemi Di Benedetto, Oratorio FMA Giovanni Paolo II

Due giorni di festa, di conoscenza dell’arte e del bello quelli appena trascorsi a Librino in occasione dell’inaugurazione della “Porta delle farfalle” a opera dell’artista e mecenate Antonio Presti che da oltre 15 anni realizza magnifiche opere d’arte, veri e propri musei all’aperto nel quartiere di Librino affinché tutti: bambini e ragazzi del quartiere, famiglie e associazioni che collaborano nel territorio, possano beneficiarne e possano sentirsi artisti e parte di un progetto artistico che durerà in eterno.

L’inaugurazione della “porta delle farfalle”, continuazione della “porta della bellezza” inaugurata nel 2009, è stata, infatti un momento di gioia, di festa, di riflessione e di riscatto per un quartiere del quale si dice solo il male, l’illegale e il brutto.

Momento vissuto in primo piano, e insieme ai residenti, alle scuole e associazioni del territorio, alle autorità, al vescovo e al prefetto, anche dalle figlie di Maria Ausiliatrice che operano nel territorio e dall’ispettrice di queste ultime, suor Angela Maria Maccioni che, nella mattina del 14 aprile, ha assistito con gioia, insieme alle suore dell’oratorio Giovanni Paolo II, all’inaugurazione di questa nuova opera d’arte realizzata, in parte, anche dai ragazzi dell’oratorio stesso.

Tra le cinquanta opere che compongono il bassorilievo in ceramica più grande del mondo ritroviamo, infatti, anche un’opera progettata e realizzata da alcuni ragazzi dell’oratorio Giovanni Paolo II di Librino. In particolare, il disegno rappresentato è stato scelto tra i molti inviati all’artista dai ragazzi dell’oratorio e quello che alla fine ha rappresentato l’oratorio, è stato ideato da Samuele Guglielmino. Le forme in terracotta che compongono l’opera sono state, invece, realizzate da tutti i bambini, ragazzi e educatori dell’oratorio che compongono, insieme a tutti gli altri, gli oltre 15.000 artisti che hanno contribuito a realizzare l’opera.  

L’opera scelta, Felici nel tempo e nell’eternità, rappresenta – così come alcuni dei ragazzi hanno spiegato ad Antonio Presti e a tutti i presenti – ciò che “l’oratorio, la nostra casa, è per noi”: da una parte Don Bosco e dall’altra una suora che rappresenta sia Madre Mazzarello sia tutte le suore che in questi anni si sono susseguite a Librino, a vegliare sui ragazzi, veri protagonisti di ogni casa salesiana, che giocano, imparano (come rappresentato dal libro che simboleggia la cultura e l’evangelizzazione) e sono aiutati a mettere a frutto i loro talenti grazie ai tanti laboratori proposti.

E, se durante la mattina l’ispettrice e le suore erano state portavoce dell’oratorio per questa magnifica opera, nel pomeriggio sono stati gli stessi ragazzi che l’hanno realizzata a voler festeggiare la sua inaugurazione attraverso un piccolo assaggio di tutto ciò che di bello realizzano in oratorio. I ragazzi hanno, infatti, intrattenuto i presenti attraverso dei balli di hip hop, tra cui uno contro la violenza sulle donne, e degli spettacoli di giocoleria, proprio a voler ricordare uno dei primi mezzi sperimentati da don Bosco per mostrare il bello e il bene.

E di don Bosco ha parlato nel pomeriggio anche suor Ausilia Mendola, la direttrice protempore dell’oratorio Giovanni Paolo II che, nel ringraziare Antonio Presti per il regalo fatto alla comunità, ha voluto ricordare come l’artista sia riuscito a realizzare l’opera perché è stato un “grande sognatore” proprio come don Bosco.

Del bello e del bene ha, invece, parlato Antonio Presti ai ragazzi davanti alla scultura da loro realizzata dicendo come “oggi il bello ha trionfato a Librino” riferendosi non solo al bello dell’opera, ma anche e, soprattutto, al bello della collaborazione per realizzarla, al bello di tutti coloro i quali si sono messi in gioco per crearla, al bello dei ragazzi che rappresentano il bello di Librino, quel bello di cui non si parla mai, quel bello che porta a un “bene che non trionfa sul male, ma che è assenza del male” perché davanti alla bellezza di questi ragazzi, davanti ai loro sguardi felici, non si può che vedere il bene e dimenticare, anche se solo per un momento, tutto il male che li circonda.

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