In questi giorni si sta svolgendo Sanremo, il tanto atteso Festival della Canzone Italiana. Comunque la si pensi partiamo dal fatto che si tratta di un evento culturale e come tale ha un linguaggio proprio che veicola attese, provocazioni, ansie, temi della società contemporanea.
E noi Figlie di Maria Ausiliatrice desideriamo, anche se molto timidamente e in punta di piedi, dare il nostro piccolo apporto di pensiero. No, tranquillo/a non scriveremo altro su quanto accaduto la prima serata, non è il nostro compito e nemmeno il nostro desiderio. Allora?
Si, magari dovremmo essere più sintetiche visto che si tratta di una comunicazione web, e andare al sodo. Ma scegliamo di essere controcorrente e magari non lette. Pazienza, vogliamo provare!
Come FMA abbiamo un documento che definisce le linee orientative della nostra missione educativa (LOME). Al numero 49 è scritto:
«In una realtà sempre più pluriculturale e plurireligiosa la prospettiva evangelizzatrice invita a rinnovare la passione per il primo annuncio, la catechesi, la missione ad gentes, partendo dal vangelo, dalla Chiesa come comunità dal volto umano che si rivela segno e strumento del Regno di Dio, dal dialogo con le culture e le religioni. L’evangelizzazione promuove interventi educativi che manifestano il carattere dialogico del cristianesimo, l’impegno per la ricerca della pace, la difesa della vita e dei diritti umani, la giustizia, l’operosità per un futuro più conviviale».
Ecco il nocciolo della questione. Il chiasso di questi giorni ci ha tanto interpellato su tanti aspetti, ma a noi tocca semplicemente usare anche i pochi mezzi di comunicazione che abbiamo per ricordarci il senso del sacramento del battesimo.
Abbiamo chiesto a Cettina Cacciato, Catecheta e docente presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium, di aiutarci in un percorso di tre articoli. Il primo parte dal significato del gesto che milioni di italiani hanno visto in TV, il versare acqua sul capo.
Quale significato ha il gesto di versare acqua sul capo e/o di immergersi nelle acque? E perché Gesù si fa battezzare?
Sarebbe interessante un’indagine etimologica che sveli il significato del termine e descriva i contesti storico culturali in cui è stato ed è presente questo gesto. Sarebbe un’indagine interessante quanto prolissa, ma non impossibile.
Cominciamo però da quanto accadde all’epoca di Gesù, battezzato da Giovanni. Ha lo stesso significato del battesimo di oggi? Il significato di quel gesto va agganciato alla religiosità ebraica e al contesto giudaico, ad un gesto che esortava al ravvedimento della propria vita, alla conversione dei propri atteggiamenti interiori che fanno sentire meno indegni di cercare Dio e di avvicinarci a Lui.
Un segno esteriore di purificazione, dunque, da situazioni e forme di peccato (ingiustizia, idolatria, omicidio…) basta ricordare il decalogo di Mosè. Ma Gesù aveva bisogno di convertirsi, di battezzarsi? No, ovviamente ma la sua sottomissione è approvazione del gesto di Giovanni e della sua missione, è voler condividere la condizione della gente comune e far parte del popolo dell’antica alleanza, alleanza che poi Gesù renderà nuova e definitiva con l’evento della sua persona crocifissa e risorta.
Giovanni battezza Gesù, come a voler benedire, dire bene della sua vita e soltanto la presenza e l’azione irrompente dello Spirito Santo (che i Vangeli sinottici descrivono in forma di colomba) fa cambiare la prospettiva a Giovanni: “Sono io che devo essere battezzato da te”. Sarà così nei secoli: è Gesù che battezza nello Spirito e nell’amore del Padre.
In questa breve descrizione emergono alcuni aspetti del battesimo comuni a molte religioni, ovvero il rito di purificazione, il lavare tutto o parte del corpo e l’entrare a far parte di una realtà, di un gruppo; ed emerge anche l’aspetto di unicità del battesimo cristiano radicato in Cristo, il figlio prediletto di Dio, incarnato, morto e risorto.
Da qui si apre la riflessione del significato teologico del battesimo, il primo dei tre sacramenti dell’iniziazione alla vita cristiana. Si, il primo di tre sacramenti sempre conferiti insieme, come alle origini della comunità cristiana, oppure dilazionati in un certo arco di tempo, comunque, sempre all’inizio del cammino di fede del credente. Solo dopo i tre sacramenti iniziatici può seguire il conferimento degli altri sacramenti del settenario sacramentale.
Ricevo oggi il battesimo, cioè? Come quello di Gesù col Battista? Non proprio, ma come quello dei primi cristiani nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito.