a cura di Nancy Ranno, volontaria SCU, Ispettoria, Catania.
Nelle giornate 16 e 17 Marzo, a Montagna Gebbia, si sono svolti gli Esercizi Spirituali per gli adolescenti. La carità è stato il tema portante di queste due giornate che concludono il percorso formativo-vocazionale GrAdo sviluppato attorno a quattro verbi: ascoltare, vedere, mangiare e amare.
Cosa si pensa quando si parla di esercizi spirituali? A delle preghiere infinite? No.
Prima di imparare a pregare si parla di imparare a fare silenzio e ad ascoltare il proprio cuore. Sembra così semplice da fare, forse banale. Non è solo una cosa che riguarda l’ambito religioso, ma è un esercizio che ognuno di noi dovrebbe fare per ascoltare poco di più noi stessi.
Gli Esercizi Spirituali, come dice la stessa parola, sono un vero e proprio allenamento, il quale rafforza il cuore e la sua capacità di amare: sarebbe un grave errore pensare che l’amore sia solo qualcosa che si trova, piuttosto che un’abilità da sviluppare e coltivare.
Non tutti riescono ad amare e molto spesso la vita ci porta a credere che magari Dio non merita di essere amato, perché magari sono tante le cose brutte che capitano nella propria vita, e molto spesso capitano anche cose brutte a persone che per tutta la loro vita non hanno fatto altro che bene.
Allora che senso ha amare? Qual è il suo scopo? Le risposte a queste domande non possiamo che trovarle nella carità.
“Chi ama veramente non cerca il proprio interesse, non tiene conto del male ricevuto” e noi amiamo proprio perché Dio ci ha amati per primo. I frutti che la carità produce dentro ognuno di noi è proprio l’amore. Non si tiene conto del male che si riceve e neanche si gode dell’ingiustizia verso gli altri. Grazie alla carità si ha una totale fiducia dell’altro e per questo si spera il bene. Non si trova spazio per il lamento alle freddezze e alle ingratitudini, ma si sopportano per andare oltre e andare avanti.
Queste, come tanto altro, sono le cose che si imparano in momenti di formazione e condivisione come questi. Non si parla solo di formazione intesa come istruzione, fredda e apatica senza alcun coinvolgimento, ma si parla di educazione alla vita, cosa che non sempre si trova.
I momenti in cui ci si trova insieme ad altri ragazzi ci permettono di conoscere meglio come siamo noi stessi in relazione all’altro e come migliorarci per amare l’altra persona genuinamente, così come genuinamente si è amati.