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Cosa può dare il Papa ai Giovani?

a cura di Nancy Ranno, Volontaria SCU, Ispettoria FMA, Catania.

Nel nostro percorso di formazione generale ci siamo imbattuti sulla visione di un documentario che ha come protagonisti i giovani e Papa Francesco.

Il Documentario Faccia a Faccia con Papa Francesco

Il video presentato su Disney+, realizzato da Jordì Évole e Màrius Sànchez, presenta 10 ragazzi che provengono da città diverse, i quali possono vivere l’esperienza di un dialogo con il Papa, esprimendo le loro preoccupazioni della loro generazione.

Non voglio partire dicendo che è un dialogo tra il Papa e i giovani, tutt’altro. È un vero e proprio dialogo tra i giovani e il Papa. Sono giovani che provengono da diverse realtà, ognuno con una propria personalità, ognuno con delle caratteristiche che rispecchiano le tematiche quanto mai più attuali. Si parla di LGBTQ+, abusi sui minori, aborto, xenofobia etc.

Cosa c’entra con noi Giovani del Servizio Civile?

Il tema della nostra formazione è stato quello dell’Inclusività, e non esagero nel dire che questo documentario ha rispecchiato a pieno quelle che fossero le mie aspettative: molto spesso l’inclusività è sulla bocca di tutti, è politically correct essere inclusivi, non fare distinzioni di alcun tipo. Ma nella vita di tutti i giorni quanto effettivamente lo siamo e quanti cambiano marciapiede per non incrociare il barbone o una persona di colore?

Per non parlare di altri temi che sono, come dire, “nascosti”. Ad esempio si nota subito dall’inizio del video la condizione in cui il Papa si presenta: un anziano signore.
Personalmente, e per alcuni anche banalmente, vedere questo documentario mi ha fatto capire che Francesco, prima di essere il Papa, è un anziano signore, che deve affrontare i problemi che ogni anziano deve affrontare: le problematiche dovute all’età, la solitudine di chi viene cordialmente servito, senza però ricevere il continuo affetto di cui ogni persona ha bisogno.

Cosa ci ha lasciato?

Svolgere il SCU in un istituto di FMA ci ha permesso di venire a conoscenza di realtà che non ci aspettavamo. È stata una scoperta, in senso positivo, delle abitudini, del pensiero, del modo di rapportarsi ai giovani: decisamente molto diverso rispetto a quello che un giovane di oggi si immagina. Sono molto più vicini ai giovani di quanto ci si aspetta.
Lo stesso documentario dimostra come anche il Papa è più che mai vicino ai giovani.
Anche se non ha un telefono di ultima generazione o non sa cosa sia Tinder, sa ascoltare i giovani, capirli, dare opinioni e consigli.
Lui riconosce anche il fatto che all’interno della Chiesa possono esserci delle mele marce che devono essere estirpate.
Riconosce che la pederastia esiste e bisogna estirparla, ma sa che è un cammino lungo e molto difficile.
Sa cosa è una persona non-binary e la accetta.
Ma viene da chiedersi…” Se il Papa, che è la massima autorità ecclesiastica, sa cosa sia il termine LGBT e lo accetta, perchè molte persone che provengono dalla chiesa, che professano la Bibbia, invece non lo accettano?”
Il Papa da la sua risposta.

La nostra domanda finale

Sono stati trattati molti temi, sono state fatte molte domande e si sono aperti i più disparati discorsi. Ma penso che ognuno di noi guardando questo video ha una propria domanda da fare.
Noi del Servizio Civile, dopo esserci confrontati, trovandoci più o meno d’accordo su alcuni temi, abbiamo capito che anche noi avremmo potuto fare qualche domanda. Una di queste sarebbe stata: Cosa si può fare per cambiare le cose? o almeno Da dove dovremmo partire per iniziare a cambiare la realtà in cui viviamo?
Sicuramente sono domande che non avranno una risposta fuori dall’utopia, dato che non è facile cambiare un Sistema così radicato e profondo, eppure questo discorso con il Papa ha lasciato sicuramente qualcosa: ha lasciato qualcosa ai ragazzi che hanno partecipato, ha lasciato qualcosa al Papa e ha lasciato qualcosa a chiunque abbia guardato questo documentario. Quindi magari la risposta alla nostra domanda non sarà così difficile, non sarà nemmeno tanto utopica ma solo se iniziassimo ad entrare nell’ottica che anche un piccolo passo può fare la differenza. È l’idea che si possano cambiare le cose a far cambiare le cose, sostenuta però da una buona dose di consapevolezza e dalla voglia di agire.

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