Rubrica a cura di Carmelina Coniglione, FMA
ORFANATROFIO CARCACI -CATANIA (1880-1885)
La prima casa in Sicilia, in cui operarono le nostre prime sorelle venute dal Piemonte, fu quella dell’orfanotrofio della duchessa Carcaci di Catania.
Contesto
La richiesta della presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel territorio catanese si inserisce in un contesto diocesano particolare, quello dell’episcopato del cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, proclamato beato da Giovanni Paolo II. Il santo cardinale, così veniva chiamato dalla popolazione catanese, apprezzava le nuove forme di consacrazione religiosa femminile e ne coglieva la forza d’incidenza nella società dell’Ottocento pervasa di anticlericalismo.
La presenza di alcune istituzioni religiose permetteva al Dusmet di avviare e potenziare opere assistenziali in favore di poveri, ammalati e gioventù[1]. L’opera di don Bosco attirò la sua attenzione e nel 1880 ottenne la presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice in terra sicula. In che modo?
L’arrivo delle FMA
La duchessa Fernanda Grifes di Carcaci, esponente della nobiltà catanese, tradizionalmente sensibile alle condizioni di degrado femminile, deteneva in città il patronato di un conservatorio per ragazze da lei fondato. Fu proprio la duchessa a chiedere all’arcivescovo il permesso di avere le suore salesiane per l’educazione delle fanciulle.
Il Dusmet le diede subito risposta positiva per la chiara stima che aveva verso le suore di Maria Ausiliatrice. Egli ne fece richiesta a don Bonetti, allora direttore delle FMA, per avere almeno tre suore e affidare loro l’educazione di 50 bambine dai sette ai dieci anni; la cosa andò in porto.[2]
Don Cagliero e le superiore aderirono alla richiesta e decisero di inviare cinque nostre sorelle le quali, lasciata Nizza e fattasi dare la benedizione di Don Bosco, partirono alla volta della Sicilia, stabilendosi a Catania. Le Suore si diedero con fervore al lavoro e all’evangelizzazione; ma l’opera iniziata con ardore apostolico durò appena cinque anni (1880-1885). Le relazioni con la duchessa, dopo il primo periodo, si incrinavano sempre più a causa delle ingerenze sue e degli Amministratori, che limitavano la libertà di azione delle suore e ne intralciavano il buon andamento dell’opera educativa. Don Bonetti, allora ritenne opportuno ritirare le suore addette all’opera. Dalla decisione di chiudere la Comunità, concordata con don Bosco, così egli ne diede comunicazione al Dusmet:
«Stante la poca salute che godono le suore Salesiane di Maria Ausiliatrice addette al reclusorio Carcaci e lo scarso bene che vi possono fare a causa della speciale condizione del medesimo, il sig. D. Bosco e gli altri Superiori sono venuti alla deliberazione di ritirarle dalla direzione a fin di ristorarne le forze ed occuparle altrove alla maggior gloria di Dio»[3].
L’avvio di nuove presenze
E così per lo spazio di tre anni l’opera delle FMA, che intanto cominciava a diffondersi per l’isola, non fu presente a Catania [4]. Tuttavia, un segnale di stima si nutriva ormai nella città per la loro opera educativa. Ciò è testimoniato dalla richiesta inviata a don Bosco da un altro istituto di assistenza per ragazze: il reclusorio delle Verginelle al Borgo.
Nel 1888 sempre il cardinale Dusmet chiese alle Figlie di Maria Ausiliatrice di accettare la direzione del Conservatorio delle Verginelle di Sant’Agata, precedentemente affidato alle laiche e bisognoso di assistenza spirituale. Il 26 luglio dello stesso anno venne firmata la convenzione tra il cavaliere Giuseppe Asmundo dei principi di Gisira, rettore e Fidecommissario perpetuo del Conservatorio delle Verginelle e le FMA rappresentate dal Rev.do Don Michele Rua, loro superiore maggiore. [5] La pazienza e la bontà delle nuove educatrici conquistavano anche i cuori ribelli di tante giovanette, al punto che il lavoro delle suore suscitò delle vocazioni.
[1] Gaetano ZITO, L’educazione della donna in Sicilia tra Otto e Novecento. Le Figlie di Maria Ausiliatrice e Luigi Sturzo, Piccola Biblioteca Istituto Storico Salesiano, 20, Roma, LAS, 2002, p.16.
[2]Cf AIMA-CT (= Archivio Istituto M. Ausiliatrice, ufficio direttrice) Cronistoria a grandi linee dell’istituto M.A. di Catania
[3] Cf, ZITO, L’educazione della donna in Sicilia, p.17
[4] ibidem
[5] AEISMM-CT (=Archivio Economato Ispettoria Sicula M. Morano-CT), cart. Case e Opere soppresse
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