Rubrica a cura di Carmelina CONIGLIONE, FMA
Nel 150° della fondazione dell’istituto delle “Figlie di Maria Ausiliatrice” vogliamo rendere omaggio a madre Mazzarello che, con il suo sì al progetto di Dio per la gioventù, ha gettato un seme di vita e di crescita della Congregazione anche nella nostra terra di Sicilia.
Ci comunichiamo una bellissima notizia: non è un anno qualunque quello del 2022. La Famiglia Salesiana sa già che ci apprestiamo a celebrare un grande evento nell’Istituto delle FMA: il 150° anno della sua fondazione. Era l’agosto del 1872 quando iniziò l’alba della nostra Congregazione e che presto cominciò a diffondere i suoi raggi luminosi in molte zone della terra.
In riconoscenza ai nostri fondatori: Don Bosco e Maria Domenica Mazzarello, che sono stati validi strumenti nel piano di Dio e dell’Ausiliatrice, nel realizzare un grande progetto di bene per la gioventù, vogliamo rievocare, seguendo anche l’invito dell’Associazione di cultori di storia salesiana (ACSSA) alcuni tratti della nostra storia salesiana.
L’ACSSA è un’associazione sorta in Italia, con decreto del rettor maggiore Don E. Viganò (9 ottobre 1996). Essa raccoglie gli appassionati di storia salesiana, impegnati in attività di ricerca di interesse salesiano per divulgare conoscenze su Don Bosco, sulle Congregazioni, Associazioni e Gruppi, che da Lui hanno avuto origine e che hanno dato un grande contributo alla Congregazione, incarnando e divulgando il carisma salesiano.
Apriamo oggi un’opportunità di incontro on-line per comunicarci qualche messaggio di vita e di speranza. La vita è qualcosa di meraviglioso prima di tutto perché è un dono di Dio e poi dei nostri genitori. Essa nel disegno del Creatore è fonte di energia riproduttiva, di amore, di dono. La vita si esprime, infatti, nelle molteplici forme del creato, nelle sue bellezze naturali, nella varietà di ogni realtà esistenziale: mari, fiumi, prati, fiori che la rendono bella, anche se purtroppo oggi non la rispettiamo. Pensiamo alla forza generatrice che rinnova la natura: da un seme la pianta, dalla riproduzione delle piante un giardino, un bosco e così via…Ma c’è un altro seme veramente speciale che, a secondo del terreno, più o meno buono che l’accoglie, può portare poco, molto o moltissimo frutto.
Voglio accennare ad una terra particolare dove un seme gettato dal Creatore ha portato un grandissimo frutto: è la terra di Mornese, un paesino dove una semplice ragazza, Maria Mazzarello, ha accolto il seme della Parola, e l’ha fatto fruttificare al 100%, divenendo così un albero grande, i cui rami si sono estesi nel mondo mettendo radici profonde e durature. Una storia che è cominciata 150 anni fa e che è viva ed esplosiva ancora oggi. Una storia che s’intreccia con un grande e maestoso albero nato un poco prima a Valdocco, cresciuto con l’energia del cuore di Don Bosco, innamorato, come quello di Madre Mazzarello, della Vergine Ausiliatrice, vera artefice della Congregazione salesiana.
Le radici non sono il passato dell’albero, ma sono la garanzia della sua vitalità (j Tolentino). Le radici salesiane hanno ricevuto la vitalità dello Spirito Santo. 150 anni fa nell’agosto del 1872, nasceva l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice: Don Bosco, consacrava il 5 agosto 1872 le prime 11 FMA, con la guida di Madre Mazzarello. Iniziava così l’opera voluta da Dio e dalla Vergine Ausiliatrice per il bene della gioventù specialmente più bisognosa.
Delineiamo brevemente come da un piccolo paese, è avvenuta l’espansione dell’Istituto delle FMA nel mondo. Ci soffermeremo, quindi, a raccontare a brevi tratti, l’iniziale espansione della Congregazione delle FMA in Sicilia per gustare e apprezzare le nostre radici.
La prima Casa della Congregazione delle FMA è stata quella di Mornese. Durante i nove anni che Madre Mazzarello visse nell’istituto come superiora, l’opera delle FMA si diffuse rapidamente; nel 1877 varcò le frontiere dell’Italia, aprendo una comunità in Francia. Nello stesso anno partì la prima spedizione missionaria per l’America: Un piccolo gruppo di suore giovani si diresse a Montevideo in Uruguay; nel 1879 in Argentina, nel 1880 in Sicilia, nel 1891 le nostre giovani sorelle arrivarono in Asia a Betlemme e l’8 dicembre del 1893 in Africa, infine nell’anno mariano 1954 aprirono la prima casa in Australia, a Brooklin. I Cinque continenti vedono cosi la presenza delle FMA che in numero di circa 11.535, operano in 97 nazioni del mondo: esattamente in 26 paesi in Africa, 23 in America, 22 in Asia, 22 in Europa, 4 in Oceania. Tralasciando l’espansione generale dell’Istituto, da ora ci soffermeremo, a rievocare gli inizi di alcune case salesiane della nostra terra sicula.
Consideriamo, intanto, l’arrivo delle prime FMA in Sicilia: una terra per loro sconosciuta al punto che, alla fine dell’Ottocento, la consideravano come terra di missione. Certo ne avevano tutte le ragioni, perché probabilmente non ne avevano sentito parlare, dato che allora non c’erano le comunicazioni di cui godiamo oggi e, di conseguenza, era per loro normale considerarla una terra oltre confine, anche perchè, l’unità della nazione italiana, sotto il regno sabaudo, si era realizzata da appena un ventennio (1861).
Contesto sociale
Prima di vedere lo svolgimento della missione salesiana in Sicilia ci chiediamo: qual era il contesto sociale dell’isola? Sottolineiamo qualche breve aspetto. La Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo, è una terra ricca di storia e cultura e presenta segni indelebili lasciati da tutti i popoli che l’hanno abitata: Greci, Fenici, Normanni, Bizantini, Arabi, Spagnoli… Dal 1700 è diventata meta d’obbligo del Gran tour: Maupassant, Dumas, Goethe, Tocqueville e altri ancora che, per completare la loro formazione , visitarono la Sicilia , rimanendo affascinati dalle sue numerose bellezze: Etna ed isole Eolie, monumenti e spiagge incantevoli; arte e architettura barocca inserite in una cornice naturale unica al mondo. Molti siti dell’isola fanno parte, pertanto, del “Patrimonio dell’Umanità Unesco”[1].
Alle bellezze artistiche e naturali dell’isola fa riscontro, tuttavia, nei secoli del XIX e XX, una situazione sociale per certi aspetti statica. La famiglia patriarcale siciliana aveva al suo interno un nucleo chiuso: il padre custodiva gelosamente in casa i figli, che formava a suo modo, docili e semplici, ma con poca istruzione. Il ruolo della donna era quello di svolgere unicamente lavori casalinghi e prettamente femminili. Sebbene ricca di tradizioni e valori culturali accumulati lungo i secoli, la Sicilia ha mantenuto, fino agli inizi del 1900, una lenta emancipazione nei confronti della donna. L’attenzione al sociale delle prime Figlie di Maria Ausiliatrice, di cui tra fine ‘800 e inizio del 1900 fu pioniera madre Maddalena Morano, si coniuga con l’attenzione educativa in vista di scelte didattiche -formative concrete a favore della condizione femminile.
Caratteristiche generali della presenza delle FMA in Sicilia
L’opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Sicilia è iniziata nel 1880. Venendo nell’isola le prime FMA si attivarono, secondo le esigenze del territorio, a svolgere una missione di evangelizzazione e promozione umana. Nel primo periodo della loro presenza nella terra sicula si ebbe una rapida fondazione di case salesiane per le richieste pressanti del laicato e degli amministratori pubblici. Venivano “accolte le domande a favore della gioventù femminile: direzione delle opere preesistenti; impiego delle suore come maestre di asili infantili e delle scuole elementari, in seguito come docenti di scuole superiori; aperture di oratori ricreativi e di laboratori di artigianato femminile. Queste finalità oltre a favorire l’apporto di una peculiare impronta educativa, avrebbero favorito l’alfabetizzazione e la promozione del ruolo sociale della donna”[2]. “La molteplicità delle richieste prova la diffusione di un’immagine positiva delle FMA e delle opere salesiane che induceva a richiederle nella speranza di risolvere situazioni precarie o migliorare la qualità dell’educazione locale”[3]. In pochi anni sotto la guida della Beata Madre Maddalena Morano, prima Ispettrice, la Sicilia vide popolate le sue città e i suoi grandi paesi di opere formative.
Ma quale fu la loro prima casa e la missione svolta dalle nostre prime suore? Di questo ne parleremo alla prossima puntata….Il 13 gennaio sul nostro sito
[1] La Sicilia in sintesi.it
[2] Cf Gaetano Zito, Educazione della donna in Sicilia tra Otto e Novecento. Le Figlie di Maria Ausiliatrice e Luigi Sturzo, Roma, LAS 2002, p.22
[3] Grazia Loparco, Ubicazione delle case e incremento delle FMA, in G. Loparco e M. Teresa Spiga (a cura di), Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia. Donne nell’educazione, Roma LAS 2011, p.71.