di Carmelina Coniglione
Nell’articolo di oggi raccontiamo lo sviluppo dell’attività missionaria, che ha caratterizzato la Comunità di Bronte nel suo primo decennio di vita salesiana (1881- 1901).
Un filo d’oro, intanto, legava la Comunità di Bronte alle Superiore e ai Superiori; una guida sicura che dava loro la forza di superare i problemi, che la vita indubbiamente presentava. Le frequenti visite delle Superiore e dei Superiori accompagnavano e sostenevano, in modo più diretto la missione e davano un nuovo imput e slancio alla vita pastorale della nascente Comunità.
Già dal 1880, anno in cui si era aperta la casa, don Giovani Cagliero, che aveva accompagnato le Suore, vi ritornerà per cinque anni di seguito (1881-1885) per dettare gli Esercizi Spirituali e vi ritornerà ancora nell’aprile 1888 anche da Vescovo Titolare di Magiada e Vicario Apostolico della Patagonia meridionale.
Anche Don Rua, primo successore di Don Bosco, volle recarsi personalmente nell’aprile del 1885 a visitare le Suore; mentre dall’ottobre del 1885 la madre Sr Caterina Daghero si farà presente ogni due anni. A queste importanti visite sono da annoverare una molteplicità di incontri con i confratelli Salesiani: don Dalmazzo, don Bonetti, don Marenco ecc., che venendo in Sicilia esprimevano la fraternità dell’incontro.
Lo zelo nello svolgimento della missione aiutava le nostre sorelle a superare i piccoli e grandi ostacoli che potevano causare una flessione nelle relazioni e nell’attività educativo-pastorale. Ad esempio un problema di tipo logistico poteva creare un serio attrito con la parrocchia del Rosario, adiacente al Collegio, poiché durante la messa festiva il parroco negava alle oratoriane, l’uso delle sedie, nonostante queste fossero state regalate alle giovani dal sac. Prestianni loro predicatore. Le suore, per evitare discordie, riuscirono con la loro prudenza a escogitare un adattamento semplice e generoso pur di non venire meno alla missione; infatti, decisero, di inoltrare domanda all’Arcivescovo di Catania, per fare celebrare la messa nella cappella interna per le alunne e di far benedire un camerone del collegio da adibire a chiesa per le oratoriane.
Audacia nell’attività pastorale
Brevi periodi di tranquillità si alternavano ad altri colmi di difficoltà e fastidio, generati da gente esterna e invidiosa appoggiata da alcuni membri del Comune, che ostacolavano l’insegnamento delle Suore nella scuola.
Altro ostacolo alla missione si presentò allorchè“ nel 1886, ammalatasi Sr Felicina Mazzarello assunse l’incarico di Direttrice Sr Zoe Bianchi; nello stesso anno veniva nominata maestra comunale della 3^ elementare Sr Rosa Daghero. Ciò causò una forte lotta: dal partito contrario, si voleva che la classe fosse assegnata alla maestra del paese Rosa Salaniti; la cosa si spinse al punto che il collegio dovette sottostare ad una inquisizione. Di questa ebbero un mandato speciale, il commendatore Pietro Garofano e l’ispettore Marcellino Filomeno. Il tutto finì ottimamente perché nonostante quest’ultimo fosse molto contrario al collegio, finita l’inquisizione si dichiarò soddisfattissimo sia dell’insegnamento che si impartiva a scuola che di tutto il resto, tanto da esclamare che se avesse avuto una figlia l’avrebbe subito messa in quel nostro collegio per farla educare.”[1] La cosa, quindi, finì benissimo, ma presto tornò il turbine quando la direttrice Sr Zoe, essendosi ammalata, dovette lasciare la casa e recarsi a Nizza Monferrato. La maestrina Salaniti tornò all’attacco: non avendo potuto ottenere la classe di Sr Daghero fece di tutto per ottenere quella di Sr Zoe. Alla riapertura delle scuole venne negato a Sr Daghero e a Sr Stuardi, l’insegnamento nelle elementari, che spettava loro di diritto dietro ordine del Prefetto. E inutili risultarono i tentativi delle Superiore che avevano mandato in paese anche una visitatrice per rimettere le cose a posto.
L’attività scolastica delle Suore aveva trovato numerosi ostacoli, perchè i Brontesi vedevano in loro dei nemici usurpatori in questo campo.
L’11 settembre dello stesso anno il partito contrario ai consiglieri dabbene sfogava la sua rabbia, esclamando con una rumorosa fischiata contro i preti, il Sindaco, i Salesiani e le Suore:” Abbasso i preti, le suore” e disprezzando la religione e i religiosi annunziava la chiusa della seduta municipale allo scopo di eleggere le maestre e inneggiando in favore delle laiche.
Aizzati alcuni paesani, i ribelli ottennero l’appoggio di 5 consiglieri. Ma in una seduta comunale del 1° ottobre le due suore ebbero la maggioranza dei voti, perché a loro favore votarono 17 consiglieri su 23 e il Sindaco. Il 29 febbraio l’Ispettore scolastico visitando le scuole “si dimostrò soddisfatto e pur venendo stuzzicato da un membro del municipio per toglierci con falsi mezzi, già prima usati, un’altra classe, egli non ardì operare”.[2]
Il 1^ giorno di scuola del 4 novembre del 1898 gli alunni delle prime tre classi elementari arrivarono a 240. La Provvidenza sosteneva così l’operato delle nostre sorelle e dava loro la garanzia della missione. L’anno successivo 1899 una folla di bambine circa 220, popolava il collegio; esse erano suddivise nelle tre classi 1^,2^,3^, di cui la classe 1^ arrivò al centinaio; dopo averle trattenute un mese nella speranza che il Comune stipendiasse una suora come maestra, formando una seconda sezione, come l’anno precedente, non accettò licenziando con rammarico molte alunne. La classe si formò successivamente, ma fu data ad una laica. Le nostre consorelle non si perdevano mai d’animo e andavano avanti, sprigionando in pienezza le loro potenzialità educative, affidandosi alla Vergine Santissima.
Il 3 maggio la Regia Ispettrice Sofia Flores visitava l’orfanotrofio e lodava l’opera delle nostre Suore che, fiduciose, volgevano lo sguardo al futuro.
Dagli inizi del 1900 si iniziava anche un’intensa opera di formazione al lavoro prima con l’apertura di un laboratorio e dal 1920 al 1951 di una Scuola Professionale, seguita negli anni successivi dall’apertura di un Centro di Addestramento Professionale, attività che durerà anche con DML fino agli anni 2015. Oltre all’istruzione e alla formazione al lavoro, che erano opere alquanto impegnative nella casa, fondamentale era la formazione religiosa e fiorente l’oratorio.
E’ da sottolineare che, nel 1886, la casa fu sede dell’Ispettrice e dal 1886-1887 anche casa di formazione, sr Felicina era la maestra delle novizie. Vi erano in quegli anni due novizie e due postulanti. Inoltre per alcuni anni (1886-1900) la casa di Bronte fu “Casa e servizi di cura”; dall’inizio dal 1880 la Congregazione di Carità, come si è accennato precedentemente, aveva chiamato due Suore addette all’ospedale, che dipendevano dal collegio Maria. Nel 1893 la casa dell’ospedale fu tolta dalle dipendenze del Collegio Maria.[3]
La casa di Bronte, aperta fino ad oggi, ha visto lungo gli anni moltiplicare un’intensa attività pastorale, divenendo per il paese un punto di riferimento e di formazione per i giovani/e non solo nel campo dell’istruzione e formazione al lavoro, ma anche nella catechesi e nelle attività parrocchiali, nelle Associazioni di Cooperatori ed ex Allieve/i e specialmente nell’oratorio festivo prima e poi con il Centro giovanile e le attività estive… mantenendo vivo il Da mihi animas coetera tolle dei Fondatori.
[1] Cf Archivio casa di Bronte , ufficio direttrice, Cronaca della casa 1° quaderno
[2] Cfr Cronaca della casa di Bronte, 1°quaderno)
[3] Cf AISMM-CT , case e opere soppresse, Cart. Case Chiuse e Cronaca Bronte Ospedale 1880 -1948.