a cura di Nancy Ranno, Volontaria SCU Ispettoria FMA, Catania.
Quando la responsabile del nostro progetto ci ha proposto di partecipare al Campo Bosco 2023, io e il mio collega Elia eravamo abbastanza interdetti. Non sapevamo cosa ci dovevamo aspettare e avevamo un po’ di timore per quello che avremmo dovuto fare.
Facendo parte del Servizio Civile sapevamo che ci sarebbe stata la possibilità di uscire dalla sede, tuttavia, appena arrivati a destinazione, quello che abbiamo trovato ci ha lasciati stupefatti: sembrava un luogo al di fuori del mondo, una piccola tana sulla montagne dove non vi era altro che pace, rumore del vento tra le foglie, i raggi del sole e qualsiasi bellezza che la natura può offrire.
La bellezza non si è fermata solo al luogo fisico: appena i ragazzi iniziavano ad arrivare si respirava aria di gioia, ogni saluto finiva con l’ essere un abbraccio, ogni ragazzo o ragazza con un gran sorriso accoglieva i nuovi arrivati.
Noi abbiamo assistito a tutto ciò proprio perché accoglievamo i ragazzi per le iscrizioni e li vedevamo arrivare, tutti contenti, chiedendo in che stanza fossero, come si fa in una vera e propria vacanza. Abbiamo passato questo primo giorno meravigliandoci di ogni cosa che vedevamo. Si alternavano momenti di leggerezza, con momenti di riflessione a momenti di formazione, in cui ognuno faceva la sua parte con grande dedizione senza far sparire mai il sorriso dalle labbra.
Ci siamo accorti subito di come lo spirito di Don Bosco e il suo modo di stare con i giovani fosse presente in quel campo: la stessa formazione era incentrata sul suo sistema preventivo, in particolare sulle parole chiave “Ragione, Religione e Amorevolezza”. Queste parole sono state lo sfondo, il sottofondo di ogni attività al campo.
Durante il giorno vi erano le attività laboratoriali che si dividevano in 4 categorie (Comunicazione, Grandi Giochi e Assistenza, Progettazione, Tecniche di animazione e
preghiera) in cui ogni ragazzo per scelta decideva di partecipare. Noi personalmente abbiamo partecipato attivamente ad alcuni di questi laboratori e anche qui abbiamo osservato la grande capacità dei coordinatori e responsabili di ogni progetto. I ragazzi stessi si impegnavano molto a realizzare i compiti che il laboratorio proponeva accrescendo anche il senso di vicinanza grazie ai lavori creativi di gruppo.
Uno dei momenti più intensi è stata una sera in cui abbiamo partecipato alla preghiera sotto le stelle: eravamo tutti seduti in cerchio, in un grande campo da calcio. Musica in sottofondo. Luci spente. Solo un piccolo falò al centro del cerchio in cui ci è stato chiesto di buttare dentro un foglietto in cui scrivevamo la nostra paura più grande.
È stata veramente una bella esperienza che non ci saremmo mai aspettati di trovare. Ma non è stata l’unica: abbiamo pregato, cantato, ballato, mangiato, vissuto con i ragazzi e con le suore stesse momenti indimenticabili che ci porteremo nel cuore per sempre.
Come quando l’ultima sera ogni ragazzo ha scritto una piccola dedica ai propri compagni e viceversa: anche a noi è stato chiesto di scrivere una piccola dedica e anche noi abbiamo scritto qualche parola di nostra spontanea volontà a qualche ragazzo. Questa è stata la più grande testimonianza di come si crea uno spirito di fratellanza e amicizia anche in pochissimo tempo, in una comunità che riesce a colpirti anche grazie ad un sorriso che dona.
Onestamente io e il mio collega non vediamo l’ora di poter partecipare al prossimo campo, con la speranza di rivedere i ragazzi che sono rimasti nel nostro cuore, con la consapevolezza che, almeno fin ora, questa è una delle esperienze più belle vissute in quest’anno di servizio civile 2023.