di Carmelina Coniglione, FMA
Posto sulla riviera ionica, Alì Terme, ridente centro balneare e termale venne fondato probabilmente da una colonia greca intorno al 638 a.C. Il paese fu per molto tempo un casale appartenente a Savoca e cominciò ad avere importanza grazie alla presenza delle terme già conosciute nel secolo XVIII. Formatosi nel 1911 con il nome di Alì Marina il comune si staccò dal capoluogo collinare dando origine, nel 1954, all’attuale nome di Alì Terme, probabilmente per il possesso delle famose acque terapeutiche.

Tra le fondazioni di maggior rilievo e prestigio del primo insediamento delle FMA in Sicilia, alla fine del XIX secolo, possiamo considerare quella di Trecastagni e quella di Alì Marina dovute all’intraprendenza e alla esemplarità di Sr M. Morano. L’avvio dell’apertura della casa di Alì si ebbe con l’eredità lasciata ai Salesiani, nel 1889, da coniugi Marino, messinesi, con l’obbligo di aprire un oratorio a Messina e un’opera femminile ad Alì. La Morano accettò l’invito e insieme a due Suore: Teresa Panzica, Elisabetta De Battistis e una novizia Ignazia Camuto aprirono, con l’approvazione canonica del 25.07.1890, la nuova casa denominata Collegio Maria Ausiliatrice che, in un primo tempo, ebbe modesti inizi.
Madre Morano insieme all’evangelizzazione pensava di lavorare anche per la promozione umana della donna; così alla distanza di un mese, avviò le prime attività: il 21 agosto, aprì un laboratorio gratuito di ricamo e di cucito per insegnare alle ragazze alcune abilità e un oratorio festivo come luogo di socializzazione ed evangelizzazione. Già all’arrivo della sua presenza nel paese, lei avvicinava tutte le ragazze che incontrava lungo la spiaggia, invitandole a frequentare l’incipiente oratorio. Ben settanta ragazze risposero subito al suo invito, le quali non avendo fatto ancora la prima comunione furono preparati dalle Suore, a ricevere i sacramenti. Nei vecchi locali s’iniziava anche un’istruzione elementare[1]

Alì: Casa di formazione religiosa
Rievocando le origini è da ricordare che la casa di Alì Terme, fin dal suo sorgere,1890, fu casa dell’Ispettrice e casa di formazione religiosa (1890-1908;1947-1960). Il luogo sembrava adatto anche per la formazione delle future suore: un centro abitato piccolo e lontano dalle possibili distrazioni della città; al contempo, facilmente raggiungibile da Catania con la ferrovia. Una casa che permetteva sereni svaghi e momenti ricreativi esterni, lungo l’attigua riva del mare. Così con il sostegno di Don Bonetti, direttore generale delle FMA, venne fondato il primo noviziato delle FMA in Sicilia.[2]
Madre Morano fungeva da Ispettrice (1890-1898), direttrice, maestra delle novizie e insegnante. Nei primi mesi del 1891 si diede inizio al noviziato regolare con quattro postulanti chiamate da Trecastagni, le quali fecero la loro vestizione il 5 aprile dello stesso anno; per quella circostanza venne la madre generale con madre assistente Sr Emilia Mosca , che ripartirono il 7 aprile per visitare le case della Sicilia.[3]

L’ardore apostolico di madre Morano riusciva a coinvolgere non solo suore e ragazze, ma anche la gente del luogo, infatti alla fine del mese di maggio volle rendere onore a Maria Ausiliatrice, organizzando la processione non solo con la presenza delle ragazze oratoriane, ma anche con il popolo che vi partecipò numeroso. Una festa assai sentita e devotamente partecipata con preghiere e canti sacri che conserva la sua più bella tradizione in tutte le case salesiane.
Incremento delle opere

L’opera delle FMA si incrementava bene. L’8 settembre nella festa della natività di Maria Santissima si inaugurava, finalmente, ad Alì l’educandato. Le prime tre sorelle che furono accolte, come educande, le sorelle Macchi, diventarono Figlie di Maria Ausiliatrice. In poco tempo cresceva il numero delle ragazze interne che ricevevano attenzioni e cure spirituali. Considerando la vicinanza del Paese con la città di Messina e l’incremento delle opere, madre Morano riteneva urgente ampliare le iniziali fabbriche. Il sogno si realizzò presto, infatti con l’approvazione di don Rua, il 30 ottobre si ponevano le basi per la costruzione di un edificio destinato ad accogliere le educande.
“In breve si vide sorgere l’ampio e ridente maestoso edificio torreggiante nel centro del paese con la magnifica terrazza sul mare: edificio che formò l’ammirazione di quanti lo visitarono fino al terribile terremoto del 1908”[4].

L’incremento delle richieste delle alunne, accolte nel collegio convitto, evidenzia l’efficienza del ruolo educativo giocato dalle nostre sorelle in favore delle ragazze, in special modo attraverso l’istruzione scolastica. Le poche alunne dei primi anni, diventarono 75 nell’anno scolastico 1915-1916 e 155 a dicembre del 1921. Ai fini della promozione della dignità della donna e della ricaduta sociale, per il titolo d’istruzione superiore conseguito e per la professione di maestre di scuola elementare è da rilevare che di esse 54 erano le normaliste.
La qualità dell’insegnamento e le finalità sociali dell’istituzione erano apprezzate dalle autorità scolastiche, soprattutto per la Scuola Normale per cui, quando le suore chiesero alle autorità governative che la scuola venisse pareggiata, non trovarono difficoltà. E il relativo decreto venne emesso nel 1916. Dopo la Scuola Normale di Nizza Monferrato quella di Alì Terme fu la seconda che le FMA ottennero pareggiata.[5] Quando nel 1922 sr Linda divenne ispettrice, lasciò a Sr Maria Zucchi l’incarico di portare avanti le pratiche ministeriali e tutto il movimento scolastico locale e poiché conosceva bene il suo talento organizzativo, nell’ottobre del 1926 le affidò anche l’incarico di ampliare ad Alì la fabbrica della Scuola di Metodo. Lungo gli anni, infatti, si era reso necessario uno sviluppo edilizio: costruzione di due saloni adibiti a dormitorio per educande: uno a pianterreno, l’altro sopraelevato[6]. Costruzione di aule scolastiche per Scuole Normali.[7] Acquisto della proprietà “La Rocca” attigua alla casa, per ampliamento dei locali.[8]
Aspetti formativi delle FMA verso le giovani
Dal Costumiere della casa [9] possiamo cogliere l’accoglienza personalizzata verso ogni ragazza, nonché le consuetudini e le pratiche settimanali in riferimento alle educande:

“Ogni educanda che torna dalle vacanze o che per la prima volta entra in collegio, prima di venire ammessa con le altre compagne è condotta in chiesa a farvi un breve atto di consacrazione alla Vergine SS.ma per invocare la protezione di questa celeste Madre. All’apertura dell’anno scolastico si preparano le educande con il triduo e opportune istruzioni nelle conferenze e “nelle parlatine della sera” (Buonanotti).
Mensilmente si offriva la possibilità delle confessioni e nelle grandi ricorrenze, ad esempio nella novena di Natale, nel mese di maggio ecc., insieme alle iniziative si proponeva di praticare un fioretto giornaliero. Le pratiche di pietà: S. Messa, S. Rosario quotidiano venivano fatte insieme alla Comunità. La domenica alla recita del Vespro prendevano parte pure le educande; seguivano l’istruzione catechistica e la benedizione, quindi un quarto d’ora di sollievo all’aperto e poi nello studio fino a cena. Uno stile di vita che durerà per anni.
La parte formativa comprendeva anche qualche attività manuale: due volte a settimana le educande andavano in laboratorio, ma la prima mezz’ora frequentavano il catechismo. Durante la visita al Santissimo Sacramento delle Suore, le educande ripassavano il catechismo, passeggiando in cortile, in fila ordinate, classe per classe, sotto la vigilanza delle assistenti. [10] Alla quotidiana cura spirituale si aggiungevano quelle attenzioni umane e opportunità di svago, che rendevano certamente meno pesante la vita del collegio e piacevole le varie iniziative, le passeggiate, le recite, i saggi ginnici. Le passeggiate si effettuavano in modo regolare e almeno per la durata di due ore.
La formazione umana e religiosa nell’ottica del Sistema Preventivo di don Bosco aveva un posto di rilievo non solo fra le educande e fra le esterne, ma altresì nelle parrocchie con l’insegnamento del catechismo anche nelle zone di periferia. Un’attività pastorale che dura fino ad oggi. In merito alla loro azione nel campo educativo ed assistenziale, in quello pastorale e catechistico grande è stata la consistenza e l’incidenza delle FMA nel tessuto sociale dell’isola.
Una particolare disponibilità la Comunità l’ha sempre manifestato specialmente verso situazioni di necessità. Non solo nella riduzione delle rette annue per le educande in difficoltà, ma insieme ad alcune ragazze povere, venivano accolte gratuitamente un gruppo di giovanette rimaste orfane a seguito del tragico terremoto del 1908[11].
Negli anni della guerra le suore manifestarono pure una singolare sensibilità nell’andare incontro alle madri di famiglia, richiedendo al Provveditore l’apertura di un asilo, nonostante l’anno scolastico avviato, per i bambini le cui madri, avendo il marito in guerra dovevano andare a lavorare. Il metodo educativo di don Bosco, sia in ambito scolastico che nell’oratorio armonizzava tematiche formative e momenti ricreativi con dedizione apostolica e lungimiranza. E in riferimento alla condizione della donna,[12]le FMA, sempre nell’ottica del Sistema Preventivo, mirato a fare “Buone cristiane e oneste cittadine”, si sono impegnate sempre lungo gli anni a fare apprendere delle abilità ora con l’istruzione scolastica di ogni ordine e grado, ora con la formazione al lavoro mediante laboratori e corsi vari, nonché con la realizzazione di Centri di Formazione e Addestramento Professionale riconosciuti dal M.L. e attivi fino al 2015.
La casa di Alì parla della grande fede di madre Morano: l’evangelizzazione, la costruzione, le opere, la fede prodigiosa in Maria Ausiliatrice: emblematico il triste fatto della mareggiata che nel dicembre del 1899 colpì l’intero paese: le acque del mare, sollevandosi ad una altezza di 50 metri, abbatterono il muro di cinta e allagarono il vasto cortile e il pianterreno del collegio.
L’audacia e la fede di madre Morano esortò suore e ragazze a pregare davanti al Santissimo, quindi fiduciosa in Maria Ausiliatrice pensò di volgere verso il mare la statua della Madonna, che era posta in una nicchia nel cortile, sicura dell’intervento di Maria. Infatti appena la statua fu rivolta al mare le onde infuriate indietreggiarono con visibile commozione di tutte. In segno di gratitudine all’Ausiliatrice, madre Morano farà erigere una nuova e più grande cappella e il desiderio si realizzerà con la beneficenza della marchesa di Cassibile[13]. Guardare, ancora ai nostri giorni, la statua di Maria Ausiliatrice ed entrare nella cappella, è risentire la spirituale presenza di madre Morano.
Una casa, quella di Alì Terme, ricca di attività pastorali come quella dell’Oratorio Centro giovanile e le attività ad esso connesse; delle Associazioni di ex allieve e dei Cooperatori. Se, purtroppo, lungo gli anni, la Comunità ha dovuto chiudere qualche attività ne ha aperto altre di grande interesse, divenendo casa di Accoglienza e di Spiritualità finalizzata all’evangelizzazione e alla formazione cristiana e salesiana dei giovani.
Oggi l’istituto Maria Ausiliatrice di Alì Terme ha accresciuto notevolmente la sua importanza sia perché conserva la salma della beata Madre Morano ed anche perché la sua grande cappella, è stata eretta a Basilica Maria Ausiliatrice.
[1] Cf ACIMA-CT, ufficio Direttrice. Quaderno inizio delle attività delle FMA in Sicilia. Informazioni dal1881 al 1947.
[2] ibidem
[3] ibidem
[4] Archivio della direzione. Cronaca della casa di Alì.
[5] Cf G. Zito, l’educazione della donna in Sicilia tra Otto e Novecento. Le figlie di Maria Ausiliatrice e don L. Sturzo. p.59-61.
[6]Archivio ispettoria Sicula M. Morano (=AISIMM,) Cart. Deliberazioni Consigli Generali (CDCG 1918-1930), estratto verbale (estr. verb) 22.05.1922.
[7] Ibidem, 31.01.927.
[8] Cf Archivio cronaca della casa Alì Terme (=ACCMA-AT). 26.02.1920.
[9] Cf Costumiere della casa di Alì (1922-1925)
[10] Cf Quaderno inizio delle attività…
[11] Archivio scolastico, documenti autorità scolastiche, fasc. Copia e memorie varie relative al Convitto e alla scuola fino all’anno 1914-1915.
[12] Cf Gaetano Zito, Educazione della donna in Sicilia …p.9.
[13] Cf, Cronaca della casa di Alì Terme